Il mio social

Una storia del futuro, ovvero del presente. Dipende sempre da dove si scelga di viaggiare a cavallo della propria immaginazione…

Che pace, che tranquillità.
Tutto merito del nuovo mondo in cui sono nato.
Tutto merito, a essere più precisi, di coloro che l’hanno progettato, implementato e venduto.
Sono in pace.
Soprattutto stasera, in questo sabato di inizio primavera, al riparo del mio adorato appartamento, delle quanto mai spesse pareti, del portone chirurgicamente blindato e di tutte le finestre con i favolosi doppi vetri.
Che il sacro sistema operativo, che su tutti noi a banda larga vigila, li benedica.
Sono tranquillo, finalmente, perché la mia solerte assistente vocale mi ha testé comunicato che non ho più altra opzione a disposizione, giacché ho raggiunto il livello massimo di quiete all’interno del social.
Io l’ho sempre chiamato il mio social network, malgrado ormai sia come una colossale ragnatela grande quanto il pianeta stesso. Ovunque risulti ancora abitabile dai miei simili, ovviamente.
Alessandro Ghebreigziabiher
Sì, lo so. Detta così suona inquietante. Sembra l’opera di una creatura malefica che brami intrappolare le ingenue genti della terra, ignare di essere destinate a diventar cibo per il mostro. Ma questi sono deliri da maniaci del complotto, i quali non mancano mai, purtroppo.
No, non è il mio caso.
Ho imparato, io. Ci ho messo un po’ come tutti, ma anche il sottoscritto ha riconosciuto e approfittato dei vantaggi della relazione digitale.
Tre tra tutti.
Primo, nessuno ci obbliga a dissentire.
Secondo, nessuno ci costringe ad ascoltare il dissenso altrui.
Terzo, nessuno può concordare con il nostro pensiero meglio di noi stessi.
D’altra parte è il sistema per primo, con i suoi bravi cookies e l’incessante raccolta dei nostri dati, a spingerci a connetterci soltanto con chi la pensi come noi.
Ricordo ancora quando iniziai questo lento ma inesorabile cammino verso il traguardo appena raggiunto.
Fu in seguito all’ennesima discussione con quel Marcello91, che gli si possa fondere il modem non una, ma dieci volte.
Che poi, dico io, va bene che siamo amici da più di trent’anni – ed è solo per questo che non l’avevo ancora bloccato – ma possibile che non avesse miglior passatempo che contraddire le mie affermazioni?
Amici… non l’ho neppure mai incontrato, a dire il vero. So soltanto che è appassionato di pesca, che è nato nel 1991, o almeno credo, e che ha la faccia di Gambadilegno. Non che gli assomigli, eh? Intendo che ha sempre mostrato esattamente il volto del celebre personaggio dei fumetti come avatar, e di conseguenza così me lo immagino, ecco.
D’altra parte, l’amicizia e ogni altro tipo di relazione oggi sono solo queste. Col freddo polare che fa, chi ha voglia di mettere il muso fuori?
Ebbene, il nostro, ovvero il suo, è stato il primo che ho depennato dalla lista.
Ancora ricordo la frase, che è poi diventata una sorta di quotidiano ritornello: “Lisa - il mio assistente si chiama come la mia compianta madre - cancella Marcello91 dalla lista degli amici.”
È stato solo l’inizio di una vera carneficina.
“Lisa, elimina dalla lista tutti quelli che hanno la erre moscia.”
Che volete farci, non li sopporto. Qualcuno potrebbe tirare in ballo il fatto che l’avesse anche il tizio con il quale la mia ex moglie mi tradì, malgrado tramite rapporti virtuali, ma non volli approfondire la cosa, ecco.
Pace e tranquillità erano i miei obiettivi prioritari e non ho avuto timore di tagliar via ogni ramo in qualche modo seccante.
“Lisa”, continuai, “escludi dalla lista tutti quelli più alti di un metro e settantasette.”
La mia altezza, per la cronaca.
“Sia maschi che femmine?” chiese lei.
Affermativo, risposi. I primi perché il confronto con loro in posizione di inferiorità mi mette a disagio e le seconde… be’, per lo stesso motivo.
“Lisa, espelli ciascuna persona vegetariana e in generale ambientalista.”
No, dico, la glaciazione ormai è arrivata. I fanatici del verde e del risparmio energetico non li sopportavo prima, figuriamoci adesso.
A ogni modo, sono andato avanti così per giorni, ci ho messo quasi due mesi, ma alla fine sono riuscito a debellare dal mio archivio amicale tutti gli individui che in qualsiasi maniera potessero arrecarmi il minimo fastidio, alla vista come all’orecchio, e anche solo al pensiero.
Da quelli con i capelli troppo lunghi a quelli che mettono troppi cuoricini, da coloro che non offrono mai uno straccio di like a ciò che dico a quelli che non rispondono a un messaggio privato neppure per sbaglio, da quelli che non fanno altro che vantarsi con quintali di foto dei loro fantastici viaggi in luoghi meravigliosi a quelli che hanno tutto il tempo del mondo per condividere i loro pensieri, ma neanche un secondo per leggere i tuoi, ecc.
E non avete idea di quanto il suddetto eccetera sia vasto.
Ecco perché, poco fa, Lisa mi ha comunicato la straordinaria notizia.
“Complimenti”, ha esclamato con un digitale, ma raggiante tono di voce. “Sei appena salito al livello sociale detto nirvana.”
“Cosa vuol dire, Lisa?” ho chiesto emozionato.
“Sei assurto alla dimensione della calma assoluta.”
“In che senso?”
“Sei entrato nell’elitario regno degli eremiti.”
“Lisa… spiegati meglio.”
“Hai azzerato la lista degli amici, bello.”
Oh, ho mormorato tra me, lasciandomi andare sul divano. Ce l’ho fatta.
Ora sì che ho la certezza assoluta che, ogni qual volta mi connetterò, nessuno potrà interferire in qualche modo con la mia pace e la mia tranquillità.
Finalmente posso affermare, senza tema di smentita, di trovarmi nel mio social.
Giusto?

Siete d’accordo?

C’è qualcuno là fuori?
...
Vi prego, non lasciatemi solo…
...
Lisa? Ci sei, almeno tu?
A te non ti ho ancora cancellato, vero?

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